Altare
Buonarroti Michelangelo
Secondo il Venturi (1922) il manufatto rivela, per l’energia delle linee, la traduzione di un disegno michelangiolesco, tuttavia non esistono documenti che attestino la paternità del maestro. Il Tolnay (1948) propone di leggere come studi per l’altare della Sagrestia tre schizzi conservati nella Casa Buonarroti databili al 1520; Barocchi (1962) non accetta tale proposta ritenendo che si tratti di progetti relativi al ballatoio della cupola di Santa Maria del Fiore. Il Nardini (1984) fa notare che l’altare è di tipo “papale”, concepito secondo il rito ambrosiano, col sacerdote che guarda verso l’interno della cappella. Il Thode afferma che, se i due candelabri soprastanti sono di Michelangelo (e almeno il progetto e’ sicuramente suo) anche l’altare è del maestro. Da una lettera scritta dal Fattucci a Michelangelo il 21 dicembre 1526, si evince che ancora a quel tempo la costruzione dell’altare non era ancora stata cominciata (Campigli 2006, p. 103, nota 114). Thode (vol. 2, p. 111) pensa che in questa lettera ci si riferisca non alla mensa della Sagrestia Nuova, ma all’altare maggiore della basilica di San Lorenzo. Se incerta rimane la paternità del manufatto, si può tuttavia definire un ambito temporale di esecuzione fissando, sulla scorta della lettera citata dal Campigli, il 1526 come terminus post quem e il 1563 come ante quem, poiché, da una missiva scritta da Vasari a Michelangelo, risulta che già in quell’anno si svolgeva nella Sagrestia una officiatura regolare (cfr. Carrara, Ferretti 2016, p. 67).
Scheda tecnica
| Titolo dell'opera | Altare |
|---|---|
| Autore | Buonarroti Michelangelo |
| Data | 1526 - 1563 |
| Tecnica | marmo bianco/ scultura |
| Dimensioni | Larghezza 230cm Altezza 230cm |
| Collezione | Cappelle Medicee |