Animali
Alla tradizionale provenienza da una chiesa dell’area di Logroño, un recente ritrovamento documentario ha suggerito di individuare il luogo di origine del cofanetto nel convento di Córcoles (Gálas y Galindo 2005). Delle vicende dell’oggetto si conoscono i seguenti passaggi: ante 1881 nella collezione madrilena di Mariano Diaz del Moral, dal 1881 in quella di Sir John Charles Robinson, infine, grazie al legato Carrand, esso è pervenuto al Museo Nazionale del Bargello nel 1888. Giudicato di ambito moresco del X secolo da Supino (1898), venne messo in relazione da Graeven (1900), che riteneva l’iscrizione eseguita non prima del XII secolo, con un avorio della collezione Spitzer, oggi al Victoria and Albert Museum di Londra (inv. A. 580-1910). Migeon ricondusse l’opera al X secolo, datazione accettata da gran parte degli studi (per le altre proposte di datazione, cfr. la sezione DT e Distefano in Ciseri 2018, p. 176). Ferrandis (1935-1940) accostò l’opera a un cofanetto del Louvre (inv. OA 2775), poi a quelli di Pamplona e di Braga, databili al 1005 circa. L’opera del Bargello venne quindi inserita in un insieme di cofanetti attribuibili ad atelier attivi in Spagna meridionale e scolpiti per la committenza dei califfi, anche se nell’iscrizione non vi è alcun riferimento al committente o al destinatario. Kühnel (1971) propose di collocare l’esecuzione del cofanetto a Cordova dove dal 968 circa fino agli inizi dell’XI secolo è attestata un’importante produzione. Tale proposta è stata accolta parzialmente dalla critica, che ha preferito una più prudente attribuzione alla Spagna meridionale (Distefano in Ciseri 2018, p. 177). Solo Zoyaza (1999) ha sospettato sull’autenticità del manufatto stante il motivo iconografico della stella a otto punte con all’interno animali affrontati che non compare in altri esemplari. Quanto alle parti metalliche, se la disposizione ripropone soluzioni ricorrenti in altri esemplari dello stesso ambito, le loro caratteristiche non si riscontrano negli esemplari riconducibili alla Spagna meridionale. La critica ha proposto per loro piuttosto un’esecuzione nell’Italia del XII secolo o in Sassonia e nel basso Reno, ove è attestata la consuetudine di abbinare filigrana a fili perlinati.
Scheda tecnica
| Titolo dell'opera | Animali |
|---|---|
| Data | 991 - 1000 |
| Tecnica | avorio/ incisione, intaglio, pittura |
| Inventari |
Inv. Collezione Carrand (Bargello) n. 81
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| Collezione | Museo del Bargello |