Annuncio ai pastori; adorazione dei Magi
Citata dal Garrucci nel 1880 come proveniente dalla Biblioteca del Collegio dei Gesuiti del Lussemburgo, passò poi alla Biblioteca di Palazzo di Pitti e nel 1771 alla Galleria degli Uffizi da dove pervenne nel 1879 al Museo Nazionale del Bargello. La pisside, mancante del coperchio, è lavorata ad alto rilievo. L’elevata qualità, osservabile nei volti caratterizzati e modellati con delicatezza, e nei panneggi morbidi e fluidi, senza geometrizzazioni e secchezze, hanno indotto la critica dapprima a confrontarla con la pisside di Rouen (Musée des Antiquités de la Seine-Maritime, inv. 110A) e una di Istanbul (Arkeoloji Müzesi), attribuite a maestranze orientali o all’ambito di Costantinopoli del V-VI secolo. In tempi più recenti Paolucci (1994), per la caratterizzazione dei volti e il panneggio più morbido, ha preferito avanzare un’attribuzione a una bottega dell’Italia settentrionale, della fine del V secolo e inizi del VI secolo. Chiesi, infine, in assenza di confronti stringenti con altri avori, propone una datazione alla seconda metà del V secolo “per l’aspetto anticheggiante dei personaggi, per la caratterizzazione e le espressioni dettagliate dei volti e per il naturalismo degli animali” (Chiesi in Ciseri 2018, p. 59).
Scheda tecnica
| Titolo dell'opera | Annuncio ai pastori; adorazione dei Magi |
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| Data | 450 - 500 |
| Tecnica | avorio |
| Inventari |
Inv. Avori Bargello n. 10
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| Collezione | Museo del Bargello |