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Archibugio

Sigmund Klett, Hans Paul Klett

Questo archibuso funzionava a ripetizione, con un serbatoio dalla capacità di 20 colpi. Sganciando il guardamano tramite una linguetta di acciaio, questo veniva fatto ruotare a 180°. In questa rotazione girava anche il blocchetto cilindrico nel mezzo del meccanismo acquisendo una dose di polvere, che entrava nella cavità sferica del cilindro stesso. Ruotando di altri 180° il guardamano, quindi riportandolo in posizione regolare, nell’alloggiamento sferico entrava anche una palla dal serbatoio posto nel calcio. La separazione del serbatoio della polvere da quello delle palle rendeva l’arma tra le più sicure dell’epoca. Questo meccanismo sembra essere stato inventato intorno agli anni Quaranta del Seicento da Peter Kalthoff, in quanto l’esemplare più antico è firmato dall’archibugiaro olandese con data 1645. La famiglia Kalthoff fu impegnata nel progettare archibusi a ripetizione: William Kalthoff aveva prodotto un’arma a ripetizione nel 1640, brevettandola l’anno successivo. Peter ebbe il monopolio della produzione di queste armi negli Stati Generali olandesi e aprì una bottega a Copenhagen in cui lavorarono anche i suoi fratelli Mathias e Caspar, quest’ultimo già noto ingegnere a Londra nel 1630. Proprio grazie all’attività dei fratelli Kalthoff in Danimarca, l’esercito danese fu dotato di fucili a ripetizione. L’esemplare del Bargello, arma militare, sembra essere stato prodotto, poco dopo le innovazioni introdotte dai Kalthoff, dai fratelli Sigmund e Hans Paul Klett. I due fratelli hanno inserito un meccanismo d’accensione molto simile allo snaphaunce svedese. I Klett erano una famiglia di archibugiari che nel 1634 trasferirono la bottega da Suhl a Salisburgo servendo i vescovi di quella città. In particolare i fratelli Hans Paul e Sigmund, figli di Johan Paul il Vecchio, sono noti per la canna dell’archibuso D 99 dell’Hofjagd-und Rustkammer del Kunsthistorisches Museum di Vienna e la M 159 Musée de l’Armée di Parigi, esemplari molto raffinati che si discostano dal presente archibuso che è invece di chiara destinazione militare. Ebbero un terzo fratello, Cornelius, anche lui noto per aver firmato raffinate canne di archibuso. Trascrizione dall’Inventario del 1878: «Archibuso egualmente a serie di colpi, fino a venti, ma molto più rozzo degli altri e guasto nel meccanismo. Lung. della canna m 0,61, lung. totale m 1,02».

Scheda tecnica

Titolo dell'opera Archibugio
Autore Sigmund Klett, Hans Paul Klett
Data 1660 - 1670
Tecnica acciaio, ferro, ottone/ doratura, legno di noce
Inventari
Inv. Armi (Bargello) n. 70
Collezione Museo del Bargello