Archibugio a pietra focaia
La canna di tüfenk, databile agli anni a cavallo tra XVII e XVIII secolo, è particolarmente raffinata e presenta il nodo dei Chang, una decorazione cinese arrivata in Medio Oriente tramite l’India. Il pezzo del Bargello non è pregevole solo per le decorazioni all’agemina in argento, ma anche per la tecnica di lavorazione: la canna è stata ricavata da un fascio di fili metallici attraverso numerose bolliture; un delicato lavoro di mola ha reso la superficie regolare, rendendo poco visibile l’andamento a elica della bandella da cui è stata ricavata. Il marchio è abbastanza comune su questa tipologia di arma, come sulla canna di sher-basha N° 3 dell’Armeria Reale di Torino. In origine doveva essere montato sulla tipica cassa turca, ma presumibilmente verso la fine del XVIII secolo ha subito delle modifiche. In quest’occasione deve essere stato montato il sistema di mira (traguardo e tacca), sostituita la cassa con un modello toscano, e apposta la piastra, un modello molto comune in tutta Europa. Probabilmente si tratta di arma di preda bellica a seguito di uno scontro con i pirati turchi sulle coste toscane, come sappiamo per il modello AM 161. Trascrizione dall’Inventario 1878: «Canna turca damaschina avente dei piccoli intagli d’argento nel ferro, e mira doppia di ottone. Batteria liscia con meccanismo alla francese piuttosto ordinario. Cassa intera di acero montata in ottone. Lung. della canna m 1,00. Lung. totale m 1,37». La scheda menziona anche il numero 208 di un inventario precedente a quello del 1878, di cui non si ha riscontro.
Scheda tecnica
| Titolo dell'opera | Archibugio a pietra focaia |
|---|---|
| Data | 1690 - 1710 |
| Tecnica | acciaio, legno di acero, ottone, argento, corno |
| Inventari |
Inv. Armi (Bargello) n. 30
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| Collezione | Museo del Bargello |