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Crocifissione di Cristo

Frammento di placchetta con la Crocifissione. Già riferita all’arte tedesca da Igino Benvenuto Supino (1898), l’opera per la composizione affollata di personaggi, per la Vergine dolente completamente avvolta nel manto dalle pieghe semplificate e per alcune sproporzioni anatomiche è stata ricondatta da Chiesi all’area italiana (in Ciseri 2018, p. 259). In particolare, grazie a confronti con alcune Crocifissioni dipinte da Paolo e Lorenzo Veneziano, la studiosa ha circoscritto l’ambito di esecuzione al Veneto o alla città lagunare con una datazione al terzo quarto del Trecento. L’avorio in esame mostra affinità stilistiche, ma non identità di mano o bottega, con il trittico del Victoria and Albert Museum con l’Incoronazione della Vergine (inv. 143-1866); con il trittico del Walters Art Museum di Baltimora (inv. 71.101); con un pannello con la Cattura di Cristo e la Deposizione nel sepolcro della collezione Thomson in Ontario (inv. 29115) e con un frammento di Crocifissione della collezione Kofler-Truniger di Lucerna. Quanto all’originaria funzione della placca, si è ipotizzato si tratti di un elemento centrale di un piccolo trittico.

Scheda tecnica

Titolo dell'opera Crocifissione di Cristo
Data 1360 - 1380
Tecnica avorio/ scultura
Dimensioni Larghezza 6.2cm Altezza 6.2cm
Inventari
Inv. Collezione Carrand (Bargello) n. 114
Collezione Museo del Bargello