Ercole e l’idra di Lerna
Per il movimento circolare della composizione, la tipologia del bordo e lo stile delle figure agili e slanciate, Goldschmidt (1923) ha attribuito la pedina del Bargello – collegandola a un gruppo di trenta esemplari, di cui tre raffigurano scene della storia di San Martino -, a una bottega in rapporti con l’abbazia di Saint-Martin a Tournai, proponendo una datazione alla seconda metà del XII secolo. Nel 1972 Beckwith ipotizzava un’origine inglese per il pezzo da gioco e ne anticipava l’esecuzione verso il 1150. Mann (1980) avanzava l’ipotesi che a eseguire il manufatto fosse una manifattura della Francia del Nord, in base a confronti con alcuni rilievi scolpiti a Bayeux e miniature della stessa area, e più precisamente a una bottega nella cerchia dell’abbazia di Sain-Martin-aux-Jumeaux ad Amiens. Di recente, Williamson (2010) ha svincolato il gruppo identificato da Goldschmidt dal culto di San Martino, sottolineando la vicinanza delle opere all’arte inglese, in particolare con le miniature del Salterio di Saint Albans (1130 circa, Hildesheim, Dombibliothek, ms. St. God. 1). Tale proposta è stata accolta da Gaborit-Chopin che ritiene “l’aspetto delle figure snelle e vivaci” più affine con una provenienza inglese verso 1130-1140 (cfr. in Ciseri 2018, p. 156). Una pedina, sempre raffigurante il Combattimento di Ercole con l’idra di Lerna e uscita dalla stessa bottega, si conserva al Musée de Cluny (inv. Cl. 22591).
Scheda tecnica
| Titolo dell'opera | Ercole e l’idra di Lerna |
|---|---|
| Data | 1130 |
| Tecnica | avorio di tricheco/ incisione, foratura, intaglio |
| Inventari |
Inv. Collezione Carrand (Bargello) n. 57
|
| Collezione | Museo del Bargello |