Collezioni

Figure cortesi entro edicole architettoniche

Si tratta di due coppie in conversazione galante, disposte in pose ripetute e poco variate. Questa placca, insieme a un’altra proveniente sempre dalla collezione Carrand (inv. 118 Carrand; NCTN 0900286939), che presenta la medesima lavorazione, dimensioni, doveva essere applicata tramite tasselli in avorio o osso passanti nei fori appositamente realizzati, a una struttura lignea dipinta, ricoperta di pergamena o di un tessuto colorato che risaltava a contrasto sotto il fondo traforato. Sul retro della placchetta, si osservano linee incise lungo le cornice per far aderire il collante con cui erano assicurate al supporto. I due pannelli che dovevano comporre un cofanetto quadrato, possono essere messi in relazione con un altro cofanetto lavorato a giorno già nella collezione Carrand (inv. 124; NCTN??). Questi manufatti ora al Bargello sono stati confrontati con due placchette al Victoria and Albert Museum di Londra (ioni. 284.284a e 284b-1867) e una al Metropolitan Museum of Art di New York (inv. 17.190.194), tutte intagliate con coppie di giovani sotto edicole architettoniche. E’ stato ipotizzato che questi avori appartenessero a un medesimo cofanetto: quelle di Firenze e di Londra sarebbero i pannelli laterali e quella di New York il coperchio. Tale proposta, seppur plausibile, è messa in dubbio da Chiesi, per la commistione di lati con figure sedute alternati ad altri con figure in piedi, che non esclude vi fosse un altro cofanetto, similmente smembrato. Le placchette del Bargello sono state datate al terzo quarto del Trecento stante l’analisi dei costumi, che rispondono al gusto diffusosi alla corte di Giovanni il Buono (1350-1364) e Carlo V (1364-1380), la padronanza della resa spaziale, le composizioni paratattiche e la lavorazione in economia di materiale (Chiesi in Ciseri 2018, p. 290). Le figure intagliate possono inoltre esser confrontati con quelli che si trovano nelle coeve miniature, come nel Remède de Fortune di Guillaume de Machaut, del 1350-1355 (Parigi, bibliothèque nationale de France, ms. fr. 1586) o con il disegno con coppie cortesi di Berlino, che Sterling ha suggerito essere preparatorio per una pittura o un intaglio in avorio (cfr. Chiesi in Ciseri 2018, p. 290). Alla luce di queste considerazioni, Chiesi respinge categoricamente l’ipotesi di Leeuwenberg (1969) che indicava questi avori a traforo come falsi ottocenteschi, riferibili a un maestro denominato The Master of Forgeries of Elegant Figures (Ivi, p. 290).

Scheda tecnica

Titolo dell'opera Figure cortesi entro edicole architettoniche
Data 1350 - 1375
Tecnica avorio/ intaglio/ traforo
Dimensioni Larghezza 13.2cm Altezza 13.2cm
Inventari
Inv. Collezione Carrand (Bargello) n. 119
Collezione Museo del Bargello