Morte di sant’Emiliano
La lettura dell’avorio è oggi completata dal calco del frammento complementare di proprietà del Museum of Fine Arts di Boston (inv. 36.626). L’opera del Bargello, raffigurante la morte e l’apoteosi di sant’Emiliano, per la presenza del sacerdote Asello, è stata tratta dalla Vita di Sancti Aemiliani scritta da Braulio di Saragozza nel VII secolo. Questo frammento apparteneva all’Arca di San Millán, nel monastero omonimo, nella regione della Rioja. L’arca, smembrata dalle truppe napoleoniche nel 1809 (altri frammenti si conservano al Metropolitan Museum of Art di New York, inv. 1987.89, all’Ermitage di San Pietroburgo, inv. ф-2906, e Washington, Dumbartin Oaks, inv. 48.12), come si evince dalla descrizione di Prudencio de Sandoval (1601), era rivestita da oreficerie e rilievi in avorio, che recano tracce di intarsi con perle e oro. Essa illustrava la vita del santo e raffigurava alcuni personaggi che avevano contribuito alla sua esecuzione (donatori, religiosi, artisti). Fu eseguita con probabilità dopo la traslazione delle reliquie del santo nel monastero di San Millán de Yuso, avvenuta nel 1067, o rimaneggiato in quell’occasione. Il frammento del Bargello-Boston occupava uno dei lati corti del reliquiario ed era affiancato da alcuni rilievi raffiguranti gli artisti che avevano partecipato alla decorazione dell’arca. La presenza, su uno di questi, di due nomi di origine germanica, il magister Engelram e suo figlio Redolfo, ha spinto gli studiosi a ricercare un collegamento stilistico tra queste placche e le botteghe di Echternach o della Lotaringia. Influenze provenienti dai paesi del Nord possono aver suggestionato l’arte della Spagna settentrionale già dalla metà dell’XI secolo, ma un altro frammento, oggi scomparso, raffigurava altri due artisti, “Garcias” e “Simeone discipulo”. Gaborit-Chopin, lasciando aperta la questione, distingue mani diverse tra i frammenti: “se l’avorio con Engelram e Redolfo presenta uno stile più statico e un trattamento più accurato dei volumi”, altri riquadri “offrono una stratta somiglianza con la placca di Firenze-Boston, e vanno avvicinati ad avori intagliati da artisti spagnoli provenienti dal Tesoro di Sant’Isidoro di Léon” (in Ciseri 2018, p. 192). Affinità stilistiche (panneggi rigidi e semplificati, atteggiamenti movimentati) e tecniche (abbondanza di intarsi) li mettono in relazione con il Reliquiario dei santi Giovanni Battista e Pelagio (Léon, collegiata di Sant’Isidoro, ante 1059), con i doni Fernando nel 1063 (Arca delle Beatitudini, Madrid, Museo arquelógico, inv. 2092) o con la placca del Louvre, raffigurante Cristo tra i santi Pietro e Paolo (Léon, 1060 circa).
Scheda tecnica
| Titolo dell'opera | Morte di sant’Emiliano |
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| Data | 1060 - 1080 |
| Tecnica | avorio/ intaglio, intarsio, trapanatura, incisione, perla/ incastonatura, oro |
| Dimensioni | Larghezza 6.6cm Altezza 6.6cm |
| Inventari |
Inv. Collezione Carrand (Bargello) n. 41
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| Collezione | Museo del Bargello |