Olifante
Oggetto raro ed eccezionale per dimensioni e apparato decorativo. Mostra uno stile affine alle sculture delle stavkirke norvegesi (Torpo, Heddal) ed è avvicinabile agli ornati incisi sul retro degli scranni regali negli scacchi dell’isola di Lewis (Trondheim ?, 1200). I motivi decorativi sono affini anche a quelli di un manico di coltello norvegese del 1200 circa (Amburgo, Museum für Kunst und Gewerbe, inv. 1919.260). Blindheim ha proposto di datare l’olifante del Bargello alla metà del XIII secolo; cronologia accolta anche da Gaborit-Chopin (in Ciseri 2018, p. 116). Secondo Blindheim, quest’opera, citata negli inventari del Tesoro della Sainte-Chapelle di Parigi fin dal 1368-1377, con tutta probabilità è stata offerta nel 1274 dal re di Norvegia Magnus IV Lagabøter a Filippo III di Francia, come ringraziamento per l’invio di una sacra Spina proveniente dal Tesoro della Sainte-Chapelle. La provenienza dell’olifante dalla Sainte-Chapelle di Parigi è attestata dall’opera del canonico Sauveur-Jérȏme Morrand sulla cappella palatina, pubblicata nel 1790 e corredata da un’incisione delle due facce larghe e del lato stretto intagliati dell’olifante. Dopo la Rivoluzione francese, in seguito alla dispersione del Tesoro della Sainte-Chapelle, venne acquistato da Jean-Baptiste Carrand da un “collezionista di provincia”, che lo “avrebbe trovato presso un mercante sul lungo Senna a Parigi verso il 1794-1795” (Gaborit-Chopin in Ciseri 2018, p. 118). Louis Carrand credeva erroneamente fosse appartenuto a Rollon duca di Normandia (879-927; Ivi). Gaborit-Chopin osserva che la parola “Res” nell’iscrizione runica potrebbe indicare sia l’artista che il committente.
Scheda tecnica
| Titolo dell'opera | Olifante |
|---|---|
| Data | 1241 - 1260 |
| Tecnica | avorio di tricheco/ incisione, intaglio, pittura |
| Inventari |
Inv. Collezione Carrand (Bargello) n. 39
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| Collezione | Museo del Bargello |