Pannello di cofanetto
Il pannello fa parte di un cofanetto eburneo, oggi conservato al British Museum di Londra (inv. 1867, 0120.1), proveniente dalla chiesa di Saint-Julien di Brioude, importante luogo di pellegrinaggio dal V secolo. Esso è verosimilmente da identificare con il cofanetto, menzionato nel 1291 e nel 1660, contenente delle reliquie e collocato sull’altare maggiore del santuario. Il cofanetto rimase nel tesoro della chiesa fino alla Rivoluzione francese; poi appartenne a una famiglia di Auzon. Successivamente venne smembrato per recuperare la montatura d’argento e l’insieme dei pannelli in avorio conobbe vicende diverse. Tutti i pannelli, eccetto quello del Bargello, furono acquistati dal professor Matthieu di Le Puy, poi dal collezionista Jean-Baptiste Joseph Barrois e, nel 1855, da sir Augustus Wollaston Franks, che ne fece dono al British Museum nel 1867. Si ignora quando il rilievo del Bargello venne acquistato da Louis Carrand, che possedeva anche la pisside con Orfeo che incanta gli animali (inv. 22 Carrand; NCTN 0901395334), proveniente anch’essa dal Tesoro di Saint-Julien. Il cofanetto è scolpito sui lati e sulla sommità con scene della tradizione romana, ebraica, cristiana e germanica. Il rilievo del Bargello, nonostante le iscrizioni, non è di facile interpretazione per le diverse traduzioni delle iscrizioni stesse. Le prime parole sono state lette dapprima come “qui sta il cavallo sul tumulo” (Vandersall 1972), poi “la divinità del bosco siede sul tumulo del male” (Becker 1973), quindi “qui siede Hos, sul tumulo del dolore” (Webster 2012). Una prima lettura collegava la scena centrale con la leggenda di Sigurd/Sigfrido; ma è stata scartata dalla critica per la presenza delle iscrizioni dei nomi “Hos” ed “Ertae”, non identificati nelle leggende germaniche. Bouman (1965) proponeva di vedere nel pannello del Bargello un’allusione alla leggenda dei fratelli Hengest e Horsa, fondatori del primo regno anglosassone. Da ultimo gli studi, non ritenendo alcuna ipotesi pienamente soddisfacente, leggevano nel rilievo una “leggenda germanica, portatrice, in un contesto inquietante di boschi e paludi, di un’immagine di lutto e sofferenza, forse in relazione con il vecchio paganesimo contrapposto al Cristianesimo” (Gaborit-Chopin in Ciseri 2018, pp. 86-87). Il cofanetto è riconducibile all’ambito artistico della Northumbria all’inizio dell’VIII secolo, in un ambiente monastico dotto
Scheda tecnica
| Titolo dell'opera | Pannello di cofanetto |
|---|---|
| Data | 701 - 710 |
| Tecnica | osso di balena |
| Dimensioni | Larghezza 18.5cm Altezza 18.5cm |
| Inventari |
Inv. Collezione Carrand (Bargello) n. 25
|
| Collezione | Museo del Bargello |