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Piatto

Il piatto si può inquadrare nella produzione dei “bianchi” derutesi che Carola Fiocco e Gabriella Gherardi fanno oscillare in un ampio arco temporale, l’intero XVII secolo, a causa della rarità dei dati disponibili in merito. Tuttavia, l’accuratezza dell’esecuzione, data dalla volontà di applicare un motivo calligrafico e dall’impegno per rendere la composizione armonica soprattutto nel dettaglio della maschera, può essere riscontrata anche in altri esemplari araldici, uno dei quali pervenuto al Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza con la donazione Cora (Fiocco, Gherardi 1988, n.298). Esso parrebbe suggerire una produzione del pezzo a metà del XVII secolo, prima che il decoro compendiario prendesse definitivamente piede a Deruta. Infatti, che la produzione di ceramica a smalto bianco fosse un genere ricercato precocemente in Umbria e nello specifico a Deruta, lo si può evincere anche da un’istanza che Pellina Montemelini avanzò nel 1550 ai magistati del Collegio del Cambio di Perugia in cui la nobildonna reclamava la consegna da parte di Nicola Francioli di Deruta di “una infrescatora de terra grande, quattro scudellini con loro orelli, uno piattello, cinque tondi, una saletta, tutti de terra, coloriti bianchi con arme in essi” da tempo commissionati (Busti, Cocchi 2010, p.54).

Scheda tecnica

Titolo dell'opera Piatto
Data 1640 - 1660
Tecnica ceramica/ smaltatura
Inventari
Inv. Maioliche (Bargello) n. 1940
Collezione Museo del Bargello