Putto danzante
Bardi Donato detto Donatello
La complessa vicenda critica riguardante la scultura in esame è stata ripercorsa da Francesco Caglioti (2003), il quale giunge ad attribuire nuovamente lo spiritello danzante del Bargello a Donatello. La sua esecuzione è stata messa da sempre in relazione con i putti che decorano il fastigio del fonte battesimale del battistero di Siena. Dai documenti pubblicati (Bacci 1929) sappiamo che tali putti erano sei, tre eseguiti da Giovanni di Turino e tre da Donatello. Attualmente in loco se ne conservano quattro, due di Giovanni (uno danzante e l’altro nell’atto di giocare a palla) e due di Donatello (uno danzante e un suonatore di tromba). Il terzo putto eseguito da Donatello è stato riconosciuto a buon titolo nel fanciullo suonatore di tamburello conservato a Berlino. I tre putti donatelliani hanno in comune la base a conchiglia circondata da una ghirlanda. Il putto del Bargello ripropone specularmente, e con poche varianti, la posa del bambino danzante di Donatello ancora in essere sul fonte ed è stato oggetto di molteplici proposte in merito alla sua attribuzione e provenienza. Tra Otto e Novecento esso veniva attribuito a Donatello e ritenuto uno dei putti realizzati per il fonte. Successivamente, in seguito alla pubblicazione dei documenti da parte del Bacci e al ritrovamento del terzo putto donatelliano si è andata affermando tra gli studiosi, con poche eccezioni, l’ipotesi che la scultura potesse essere in realtà una copia della seconda metà del Quattrocento di uno dei putti di Turino andato perduto. Su questa strada il fanciullo danzante del Bargello è stato attribuito ad artisti di ambito senese come Francesco di Giorgio Martini e il Vecchietta. Nel suo saggio Caglioti riprende con ottime ragioni l’attribuzione a Donatello, per la posa sciolta e sorvegliata, la morbidezza negli incarnati e nel piumaggio delle ali che sono tipiche dell’opera del grande artista. Gli occhi sono trattati allo stesso modo degli altri putti donatelliani. La conchiglia è priva della ghirlanda intorno ma se questa ci fosse le dimensioni della base sarebbero identiche a quelle degli altri tre putti. Caglioti ritiene che il putto del Bargello non sia mai stato collocato sul fonte senese: in primo luogo la posa affine all’altro putto donatelliano sarebbe stata ripetitiva e mai riproposta dall’inventiva di Donatello; in secondo luogo manca una certa finitura nella testa, infine è assente la ghirlanda intorno alla conchiglia. Tutto questo suggerisce al Caglioti che lo spiritello del Bargello possa essere una prima versione scartata o mal riuscita del putto e come tale rimasta nella bottega di Donatello. Tutto ciò spiegherebbe anche la presenza ab antiquo della scultura nelle collezioni medicee e poi granducali. Dalla bottega di Donatello, forse attraverso Bertoldo, il putto sarebbe stato acquisito dai Medici. Dal 1784 è certa la presenza dello spiritello nella Galleria degli Uffizi, tuttavia è forse possibile riconoscerlo anche in una descrizione della Tribuna risalente al 1704. I putti alati descritti in maniera generica negli inventari medicei precedenti non consentono invece una identificazione certa. Rowley (in Donatello, il Rinascimento 2022) conferma la presenza dell scultura nella Galleria degli Uffizi a partire già dal 1704. Fino al 1784 l’opera fu considerata di antica fattura e il primo a metterla in relazione con gli Spiritelli donatelliani del battistero di Siena fu Hugo von Tschudi nel 1887.
Scheda tecnica
| Titolo dell'opera | Putto danzante |
|---|---|
| Autore | Bardi Donato detto Donatello |
| Data | 1429 |
| Tecnica | bronzo/ fusione |
| Dimensioni | Larghezza 20cm Altezza 20cm |
| Inventari |
Inv. Bronzi e placchette (Bargello) n. 87
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| Collezione | Museo del Bargello |