San Cosma
Buonarroti Michelangelo, Montorsoli Giovanni Angelo
Delle tre tombe previste all’interno della Sagrestia Nuova quella doppia, destinata ai Magnifici, non fu mai realizzata; per essa però erano state eseguite tre statue che, alla partenza definitiva di Michelangelo da Firenze nel 1534, furono lasciate nelle adiacenze della Sagrestia. Di queste è autografa la Madonna con il Bambino, nota come Madonna Medici, alla quale lo scultore si era dedicato a partire dal 1526 lasciandola però incompiuta; i Santi Cosma e Damiano furono invece realizzati rispettivamente da Giovanni Angelo Montorsoli e da Raffaello da Montelupo, collaboratori di fiducia di Michelangelo che le scolpirono sulla scorta di modelli elaborati dal maestro, come ricorda il Vasari e come indica un disegno del Louvre (n. 837) nel quale i tipi e le pose si discostano con poche variazioni dalla redazione finale delle statue (Acidini 2005, pp. 186-187, 191, nota 49). Spetta all’intervento di Vasari, nel 1559, la disposizione della Madonna e dei due santi sopra un lineare sarcofago marmoreo che da quell’anno ospitò le spoglie mortali dei due Magnifici, anche se tale sistemazione probabilmente non corrisponde alla impostazione ideata da Michelangelo. Il Popp e il Tolnay sono dell’opinione che nel progetto dello scultore i due santi invece di rivolgersi verso la Vergine, fossero stati pensati “in colloquio” con i capitani Medici, Giuliano duca di Nemours e Lorenzo duca d’Urbino. Cio’ presupporrebbe, come e’ stato evidenziato da Verellen (1979), che le statue siano state scambiate tra loro, e che oggi quindi occupino una posizione invertita rispetto a quella prevista da Michelangelo. Per l’Acidini (2005) i due santi si rivolgono invece alla Madonna intercedendo per la dinastia da loro protetta. Che l’attuale identificazione delle due figure corrisponda a quella corretta è testimoniato da una stampa di Cornelis Cort recante l’indicazione dei santi con i nomi dei rispettivi autori (cfr. The Sculpture of Giovan Angelo… 2018, pp. 22, 129, nota 1, cat. 13). Montorsoli giunse a Firenze da Roma nel luglio del 1532, come confermano le lettere di Sebastiano del Piombo scritte a Michelangelo, per collaborare alla Sagrestia Nuova e ricevette dal maestro l’incarico di scolpire la figura di San Cosma; l’artista si trattenne fino all’autunno del 1534 quando lasciò Firenze per raggiungere Michelangelo a Roma per assisterlo nella realizzazione della tomba di Giulio II. Alla fine dell’estate del 1537, Maria Salviati, madre di Cosimo I, chiese a Montorsoli di terminare la figura di San Cosma e nel 1538 risulta ancora impegnato a Firenze (Ibid., pp. 17-18, 24, note 23, 25, 35). Chong (Ibid., pp. 7-8) evidenzia come la posa sofferente e la smorfia del santo manifestino una dipendenza della scultura da opere antiche, quali il Laocoonte, che l’artista era stato chiamato a restaurare in Vaticano assieme all’Apollo del Belvedere e all’Ercole e Telefo. Vasari ricorda che il Montorsoli realizzò un grande modello in terracotta del San Cosma, per il quale Michelangelo eseguì personalmente la testa e le braccia. Tale opera è descritta dal commentatore “un’ottima figura” e ritenuta la migliore che lo scultore avesse mai realizzato (Ibid. pp. 20-21).
Scheda tecnica
| Titolo dell'opera | San Cosma |
|---|---|
| Autore | Buonarroti Michelangelo, Montorsoli Giovanni Angelo |
| Data | 1533 - 1537/38 |
| Tecnica | marmo di Carrara/ scultura |
| Dimensioni | Larghezza 64cm Altezza 64cm |
| Collezione | Cappelle Medicee |