Collezioni

San Giovanni Battista

Desiderio da Settignano, Bardi Donato detto Donatello

Il Vasari e alcune fonti precedenti rammentano la scultura di San Giovanni in casa Martelli come omaggio di Donatello al suo benefattore Roberto Martelli. Nel testamento di Francesco Martelli (1581) venne precisato il vincolo della statua alla famiglia Martelli e al Palazzo della famiglia, tanto che gli eredi del sec. XVII dovettero inoltrare una pubblica richiesta per trasferire l’opera dal Palazzo Martelli di via Larga a quello di via della Forca (Omaggio Donatello 1985). Fino al secolo scorso la scultura è stata costantemente riferita a Donatello, mentre nel Novecento la critica ha formulato pareri contrastanti, dividendosi tra l’attribuzione a Donatello e quella a Desiderio da Settignano. Lanji per primo ha proposto il nome di questo ultimo e Planiscig, fra gli altri, azzarda anche una collocazione nel periodo giovanile del settignanese; un riferimento agli anni 1450-1460 è accolto inoltre dalla Cardellini. Si noti che anche i sostenitori della tesi donatelliana, fra cui Janson, datano l’opera entro il sesto decennio del secolo XV, nonostante i precedenti e usuali riferimenti della critica al 1430 circa. La tesi a favore di Desiderio è stata avvalorata dal significativo documento rintracciato da Beck (1984) e ricordato dalla Gaeta Bertelà che attesta le relazioni esistenti fra Desiderio e i Martelli. Più di recente la critica continua ad essere divisa tra le due attribuzioni: tra i riferimenti più significativi ricordiamo quelli di Rosenauer favorevole all’attribuzione a Desiderio pur riconoscendo delle affinità con opere donatelliane. A sostenere l’attribuzione a Donatello gli studi di Parronchi e della Civai che esaminando i documenti di casa Martelli ha reperito un pagamento a Donatello nel 1442 che confermerebbe i rapporti esistenti tra Donatello e la famiglia fiorentina, ma in realtà non probanti per l’attribuzione del San Giovannino. Anche Gentilini e Caglioti sembrano orientarsi verso una attribuzione a Donatello. Per quanto riguarda il passaggio al Bargello della scultura, la vicenda fu assai travagliata e si può ricostruire dettagliatamente tramite la documentazione dei primi anni del Novecento conservata nell’Archivio del Museo Nazionale, citata nella accurata scheda della Gaeta Bertelà in Omaggio a Donatello, insieme ai documenti che riguardano l’appartenenza a casa Martelli. La Paolozzi Strozzi (in Desiderio da Settignano 2007) sostiene l’ipotesi, già avanzata in passato dalla critica, di una possibile collaborazione tra Donatello e Desiderio. La studiosa, sulla base di una puntuale lettura stilistica dell’opera e sulla scorta degli studi più recenti, ipotizza che Donatello abbia scolpito la statua tra il 1438 e il 1440 circa per una ignota destinazione (la datazione trova sostegno nel confronto con il San Giovanni Battista ligneo dei Frari firmato e datato 1438 e con il quale l’opera fiorentina ha indubbi rapporti formali) e poi sia stata portata a termine da Desiderio attorno al 1457-1459 (è infatti alla fine degli anni cinquanta che l’ascendenza di Donatello sul giovane scultore si fa più profonda) per adattarla alla sua destinazione nel nuovo palazzo di Roberto Martelli, al quale Donatello l’avrebbe regalata nell’autunno del 1457. Caglioti (in Donatello. Il Rinascimento 2022) ripropone la paternità donatelliana del San Giovannino Martelli, datandolo intorno al 1442 sulla base del documento scoperto dalla Civai e precedentemente citato.

Scheda tecnica

Titolo dell'opera San Giovanni Battista
Autore Desiderio da Settignano, Bardi Donato detto Donatello
Data 1438-1440 - 1457-1459
Tecnica marmo bianco di Carrara/ scultura
Dimensioni Larghezza 54cm Altezza 54cm
Inventari
Inv. Sculture (Bargello) n. 435
Collezione Museo del Bargello