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Scena cortese

ILa placchetta fa pendant con un’altra di identico soggetto (inv. 142 Carrand; NCTN 09002886926), con cui era montata a formare l’impugnatura di una daga nella collezione Carrand. Oggi le parti in avorio sono state separate dalla lama, che si conserva nei depositi del Bargello. In origine le due placchette appartenevano a un cofanetto, alla cui struttura lignea erano fissate tramite chiodi che passavano nei fori circolari, ancora visibili. Questi rilievi appartengono al gruppo cosiddetto ”a figure inchiodate”, dalla tecnica di fissare le lamelle in osso con chiodi metallici, dalla grossa capocchia, che restava a vista. Si tratta di una tecnica adottata da una singola bottega attiva nell’Italia settentrionale nella seconda metà del Trecento. Un appiglio cronologico per circoscriverne l’attività, è dato da un cofanetto oggi nella Cattedrale di Praga, documentato già nel 1376, data che costituisce un sicura ante quem. La produzione della bottega “a figure chiodate” è costituita da cofanetti a soggetto profano, decorati con tarsie a grandi tessere bianche e nere, e da lastrine scontornate attorno al profilo dei personaggi, senza alcuna ambientazione. Le placchette del Bargello possono essere confrontate con quelle del cofanetto in collezione Chigi-Saracini di Siena, ma anche con altri forzierini come quelli del Virginia Museum of Fine Arts di Richmond, inv. 83.111; Musei Civici di Santa Giulia a Brescia, inv. 52; Museo delle Arti Decorative del Castello Sforzesco di Milano, inv. Avori 33. Un cofanetto con soggetti affini e con le iscrizioni dorate sulle basi ancora conservate è alla Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia.

Scheda tecnica

Titolo dell'opera Scena cortese
Data 1370 - 1390
Tecnica osso/ incisione, intaglio, doratura
Dimensioni Larghezza 3.8cm Altezza 3.8cm
Inventari
Inv. Collezione Carrand (Bargello) n. 142
Collezione Museo del Bargello