Testa di Oloferne
Pilastrino a base quadrata, con base e zoccolo modanati; la faccia anteriore è intagliata con una candelabra a motivi vegetali; gli altri lati sono lisci. Sul pilastrino poggia una testa di uomo barbuto, sul cui volto insiste una mano.
Si tratta probabilmente di un frammento di una composizione più ampia raffigurante Giuditta e Oloferne. L’iconografia di Giuditta come figura isolata, con la testa recisa di Oloferne tenuta per i capelli, sospesa in aria o posta su un sostegno laterale si diffuse tra XV e XVI secolo. L’avorio Carrand può essere confrontato con la Giuditta in alabastro di Conrad Meit, stante e poggiante la testa del condottiero assiro su un pilastro (1525, Monaco Bayerisches Nationalmuseum, inv. R 204), che ne costituisce un valido prototipo (Chiesi in Ciseri 2018, p. 411). Se la critica ha ritenuto plausibile una datazione alla prima metà del XVI secolo per i caratteri tipologici e iconografici, i segni insistiti sotto la base”quasi a voler suggerire che l’opera sia stata strappata da un precedente contesto”, nonché la natura delle rotture “che non sembrano accidentali” rendono plausibile ipotizzare una lavorazione ottocentesca (Ivi, p. 411).
Scheda tecnica
| Titolo dell'opera | Testa di Oloferne |
|---|---|
| Data | 1501 - 1549 |
| Tecnica | avorio/ scultura |
| Dimensioni | Larghezza 3cm Altezza 3cm |
| Inventari |
Inv. Collezione Carrand (Bargello) n. 171
|
| Collezione | Museo del Bargello |