Percorsi di visita

Donatello e l’alba del Rinascimento

Dove:

Museo Nazionale del Bargello

Via del Proconsolo, 4

Orsanmichele

Via dell'Arte della Lana

Percorsi di visita

Donatello e l’alba del Rinascimento

Un percorso tra le sculture che hanno dato vita all’arte nuova del Rinascimento fiorentino, accompagnati da una guida d’eccezione: Donatello.

Quando ha avuto inizio il Rinascimento a Firenze? La questione è complessa, ma si ritiene che la grande fioritura della nuova arte – ispirata ai principi umanistici e alla riscoperta della natura – prenda il via con il concorso del 1401 per la porta bronzea settentrionale del Battistero di Firenze. I concorrenti realizzarono un rilievo in bronzo dorato raffigurante il Sacrificio di Isacco, e al Museo Nazionale del Bargello si conservano quelli dei due finalisti: Lorenzo Ghiberti, che vincerà e realizzerà non una ma ben due grandi porte bronzee del Battistero, e Filippo Brunelleschi, che non sarà il vincitore ma di lì a poco condurrà a compimento la più grandiosa ed emblematica opera del Rinascimento fiorentino, la cupola di Santa Maria del Fiore, il duomo cittadino.

In quei primi anni del Quattrocento, a Firenze muoveva i primi passi un altro grande artista, molto amico di Brunelleschi, che con le sue opere sarà la guida – per tutta la prima metà del secolo – degli artisti più innovatori della città: Donatello. Il Museo Nazionale del Bargello ospita il maggior numero di opere di Donatello al mondo, nel grande salone detto appunto “Salone di Donatello”: qui, le opere dello scultore sono affiancate da molte altre sculture della prima metà del Quattrocento, creando così una ricchissima galleria di statue e rilievi del primo Rinascimento fiorentino.

Intorno al famoso David in bronzo, realizzato per la famiglia Medici e primo nudo a tutto tondo dopo la fine della classicità, troviamo il giovanile David in marmo, il Marzocco in pietra, emblema della città di Firenze, e l’Amore-Attis in bronzo, una delle prime sculture di grandi dimensioni a raffigurare un personaggio pagano e mitologico, qui colto in un naturalissimo e vivace riso liberatorio. Il San Giovanni Battista in veste di eremita fu poi terminato dal migliore allievo di Donatello, Desiderio da Settignano, di cui il salone ospita altre opere, insieme a quelle degli altri grandi scultori fiorentini dell’epoca, fra i quali menzioniamo Luca della Robbia, inventore della tecnica della terracotta invetriata, Agostino di Duccio e il Vecchietta.

Infine, sulla parete di fondo del salone, svetta il San Giorgio entro una nicchia ricostruita che ospita la predella originale raffigurante San Giorgio che uccide il drago, una delle prime raffigurazioni in assoluto dello spazio che si apre prospetticamente in profondità: quest’opera proviene da Orsanmichele, che fu uno dei principali e più fervidi cantieri artistici dell’inizio del Rinascimento.

L’esterno della chiesa di Orsanmichele è ornato da nicchie marmoree, ognuna delle quali dedicata al santo patrono di una delle “Arti” fiorentine (le corporazioni di arti e mestieri), che ne fecero realizzare la statua monumentale in marmo o in bronzo, quasi tutte contemporaneamente all’inizio del Quattrocento. Delle tredici sculture totali, i cui originali sono oggi esposti all’interno, nel Museo di Orsanmichele, tre furono i bronzi realizzati da Lorenzo Ghiberti e tre i marmi scolpiti da Donatello, e anche Nanni di Banco realizzò tre sculture in marmo.

Donatello aveva realizzato anche il San Ludovico di Tolosa in bronzo dorato, oggi nel museo di Santa Croce perché sostituito, nella seconda metà del Quattrocento, da uno dei massimi capolavori bronzei del Rinascimento, l’Incredulità di San Tommaso di Andrea del Verrocchio (che ci invita a tornare al Museo Nazionale del Bargello per ammirare altri suoi capolavori, come il David bronzeo e la delicata Dama col mazzolino).