Come si viveva nel passato? Una casa medievale e una dimora nobiliare raccontano la vita domestica delle famiglie signorili attraverso i secoli, tra stanze, arredi e opere d’arte.
Due case, due musei, due luoghi molto diversi fra loro per epoca, stile, tempi e modi di musealizzazione, ma dove – nel Medioevo come nel Settecento – l’arte è sempre elemento essenziale della casa e della vita che si svolgeva al suo interno.
Palazzo Davanzati è un esempio unico a Firenze di residenza privata medievale. Arricchito da incantevoli pitture murali, ispirate ai romanzi cavallereschi francesi e alla pittura dell’Italia settentrionale, il palazzo fu risparmiato dalle grandi demolizioni del centro di Firenze effettuate nell’Ottocento, grazie all’attivismo di appassionati della storia e dell’arte della città, molti dei quali facenti parte della nutrita comunità anglo-americana qui residente.
Acquistato, restaurato e arredato dall’artista e antiquario Elia Volpi, fu inaugurato nel 1910 come “Museo della Casa Fiorentina Antica” ed ebbe un grande successo per la sua capacità di evocare gli ambienti della vita quotidiana tra Medioevo e Rinascimento, apprezzatissimo dal pubblico internazionale tanto da dare vita al “Davanzati-style” nella decorazione d’interni delle grandi ville americane dell’epoca.
Oggi, dopo l’acquisto da parte dello Stato italiano e la sua riapertura nel 1956 con arredi provenienti dal patrimonio pubblico fiorentino e dall’antica collezione Volpi, il Palazzo continua ad essere un luogo di grande suggestione, dove, tra le antiche mura medievali e i cicli di affreschi, si conservano preziosi arredi e una raffinata collezione di merletti, oggetti di eccezionale fattura che spesso venivano prodotti e confezionati proprio tra le mura domestiche.
Casa Martelli, residenza dell’omonima antica famiglia fiorentina, offre un’ideale prosecuzione dalla dimensione del Medioevo e Rinascimento, a quella nobiliare del Sette e Ottocento. Alle favolose pitture medievali di Palazzo Davanzati fanno eco i dipinti murali di Casa Martelli, come la “stanza a paese” con paesaggi boscherecci e la “sala del bersò” raffigurante un pergolato a trompe-l’oeil, a mo’ di giardino d’inverno. Queste ambientazioni “naturali” facevano da cornice alle colte conversazioni dell’Illuminismo fiorentino, la cui atmosfera è perfettamente ricreata in un singolare dipinto della quadreria di palazzo, opera di Giovan Battista Benigni del 1777, raffigurante la famiglia Martelli in una delle loro sale, mentre il maggiordomo serve l’allora nuovissima cioccolata in tazza.
E’ proprio la quadreria ad essere una delle caratteristiche peculiari di Casa Martelli, testimoniando l’amore e l’interesse per l’arte da sempre mostrato dai membri della famiglia (e nonostante le difficoltà economiche che in alcuni momenti portarono a importanti vendite di opere). Ma le atmosfere della vita a palazzo si respirano in tutti gli ambienti di casa, dove finanche le porte conservano le loro decorazioni neoclassiche, e mentre il piccolo boudoir richiama i momenti più privati, il grande salone da ballo rievoca le feste danzanti con l’orchestra nascosta in alto sulla balconata.