Percorsi di visita

Michelangelo e il suo tempo

Dove:

Museo Nazionale del Bargello

Via del Proconsolo, 4

Cappelle Medicee

Piazza di Madonna degli Aldobrandini, 6

Percorsi di visita

Michelangelo e il suo tempo

I capolavori di Michelangelo Buonarroti, e le splendide opere dei suoi contemporanei, ci conducono alla scoperta degli ideali di bellezza del pieno Rinascimento.

“Piuttosto celeste che terrena cosa”, così Giorgio Vasari definì Michelangelo già prima della sua morte, a significare che il suo animo, la sua mente e la sua mano erano come di una qualità divina, per la capacità di dare forma a un ideale di bellezza, che andava al di là perfino di quella della Natura.

Al Museo delle Cappelle Medicee si può ammirare uno dei maggiori capolavori di Michelangelo, la Sagrestia Nuova, un’intera cappella da lui progettata e realizzata – nell’architettura e nelle sculture. Il museo è costituito da due cappelle della basilica di San Lorenzo di patronato della famiglia Medici: di queste, la Sagrestia Nuova fu commissionata a Michelangelo nel 1521 da Papa Leone X, figlio di Lorenzo il Magnifico, e realizzata, tra mille peripezie, sotto il pontificato del secondo Papa Medici, Clemente VII. Qui si ergono i due monumenti funebri di Giuliano duca di Nemours e Lorenzo duca di Urbino, due rampolli della famiglia destinati alla carriera militare, morti nel fiore degli anni: è alla loro memoria che Michelangelo dedica i due ritratti ideali, l’uno (Giuliano) in veste di capitano pronto all’azione, l’altro (Lorenzo) nei panni di un condottiero immerso nella riflessione. Sotto di loro, sui sarcofagi, stanno i grandiosi nudi del Giorno e della Notte, dell’Aurora e del Crepuscolo, a simboleggiare il Tempo della vita mortale che l’anima deve abbandonare per raggiungere l’immortalità: e la loro fisicità sovrumana, talvolta resa più intensa dalla tecnica del non-finito, rende questi splendidi corpi dei veri emblemi di una bellezza non più terrena.

Anche il Museo Nazionale del Bargello ospita diverse opere di Michelangelo, dal giovanile Bacco ebbro realizzato in competizione con la bellezza della statuaria classica, al Tondo Pitti che raffigura la Madonna col Bambino con le prime sperimentazioni del non-finito in chiave di resa atmosferica, fino al Bruto e all’incompiuto David-Apollo.

Intorno a queste opere michelangiolesche, al Museo Nazionale del Bargello è allestito un intero salone dedicato ai capolavori della grande scultura fiorentina del Cinquecento, e i diversi ideali di bellezza coltivati dagli artisti, consapevoli dell’impossibile confronto con il genio di Michelangelo. All’inizio del secolo risalgono la Zuffa di cavalieri di Giovanfrancesco Rustici, ispirata alla Battaglia di Anghiari di Leonardo da Vinci, e il Bacco di Jacopo Sansovino, che, come Raffaello, propone un’interpretazione serena e radiosa dei modelli antichi. Alla metà del secolo risalgono l’Adamo ed Eva di Bartolomeo Ammannati, la cui eleganza è lontanissima dai possenti corpi michelangioleschi, e l’Onore che vince l’Inganno di Vincenzo Danti, un sinuoso intreccio di corpi di gusto assai sofisticato. Spicca al Bargello il nucleo di sculture di Benvenuto Cellini, con l’efebico Narciso dalla bellezza sensibile e delicata, e con il basamento del famoso Perseo con la testa di Medusa di Piazza della Signoria, ricco di misteriosi intagli grotteschi e ornato da quattro nudi di divinità classiche sensuali ed eleganti. Chiude il secolo l’altrettanto famoso Mercurio volante di Giambologna, dall’anatomia perfetta e dal miracoloso equilibrio della posa che appoggia su un’esile base raffigurante il soffio di un vento che lo sospinge. Al secondo piano, la ricca collezione di bronzetti del Giambologna (e di molti altri scultori) completa e arricchisce il panorama delle forme della bellezza ricercate e prodotte dagli artisti del pieno Rinascimento fiorentino.