Percorsi di visita

Firenze nel Medioevo

Dove:

Museo Nazionale del Bargello

Via del Proconsolo, 4

Orsanmichele

Via dell'Arte della Lana

Palazzo Davanzati

Via Porta Rossa, 13

Percorsi di visita

Firenze nel Medioevo

Un viaggio tra torri, chiese, palazzi e merlature, alla scoperta dei luoghi della città medievale e dell’arte del loro tempo.

Nel cuore antico di Firenze, sorgono tre edifici monumentali che ancora oggi raccontano la storia della Firenze medievale, quando la città, divenuta libero Comune all’inizio del Duecento, visse il periodo della massima espansione economica, attraverso i traffici dei suoi mercanti e dei suoi banchieri: nel 1252, la zecca fiorentina batteva il primo fiorino d’oro, destinato a diventare la moneta più importante dell’Occidente.

Proprio in quegli anni si costruiva il Palazzo del Podestà, vertice dell’amministrazione della giustizia cittadina, che fu il primo palazzo pubblico di Firenze (più antico, dunque, di Palazzo Vecchio o Palazzo della Signoria, che si iniziò a costruire intorno al 1300), e che dal 1865 è sede del Museo Nazionale del Bargello. Se già dal 1260 il Podestà aveva preso dimora nel palazzo, i lavori di costruzione continuarono ininterrottamente per quasi un secolo: il palazzo fu ampliato e abbellito all’interno con il grande cortile porticato e il verone (o loggia) soprastante, mentre ad ogni cambio di Podestà un nuovo stemma in pietra veniva aggiunto nel cortile fino a tappezzarne le pareti interne. All’interno, si trova la Cappella della Maddalena, affrescata tra 1333 e 1337 da Giotto e bottega con le più antiche raffigurazioni ad affresco dell’Inferno e del Paradiso direttamente ispirate alla Commedia di Dante Alighieri, e dove si trova – ovviamente in Paradiso – il più antico ritratto di Dante a noi noto, già menzionato nelle Vite del Vasari, che nel 1840 guidarono Antonio Marini alla riscoperta delle pitture in quello che ormai da secoli era divenuto un carcere malfamato.

All’inizio del Trecento si inizia poi la costruzione della grande fabbrica di Orsanmichele, che deve il suo nome all’antico convento di San Michele in Orto, che qui sorgeva prima del Duecento, quando il luogo divenne la sede cittadina del mercato del grano. Per questo l’edificio era costituito da una loggia al piano terra, per il mercato, e da due grandi ambienti ai piani superiori, con funzione di magazzini (splendidamente ornati da grandi bifore marmoree). Nella vecchia loggia del mercato era anche dipinta l’immagine della Madonna, la “Vergine del Grano”, che presto si rivelò miracolosa e per questo assai venerata. Perciò, quando nel 1337 si avviò la costruzione dell’attuale edificio, la doppia funzione fu mantenuta, e nella loggia al piano terra fu realizzato da Andrea Orcagna un grandioso tabernacolo in marmo scolpito e intarsiato (datato 1359) che, come uno scrigno prezioso, accoglie la tavola della Madonna delle Grazie di Bernardo Daddi. Davanti ad essa, ogni sera, i membri della confraternita dei Laudesi cantavano laude alla Vergine Maria, e non stupisce che ben presto il mercato del grano sia stato trasferito, e la loggia di Orsanmichele sia stata trasformata in una vera e propria chiesa.

Il Museo di Palazzo Davanzati è infine un magnifico e raro esemplare di dimora privata del Trecento a Firenze, e rappresenta il momento di passaggio tra la casa-torre medievale e il palazzo rinascimentale. Il palazzo passò ai Davanzati solo nel corso del Cinquecento, ma fu costruito alla metà del Trecento dalla famiglia Davizzi, potenti mercanti e banchieri, finanziatori delle casse della corte papale all’epoca residente ad Avignone. E sono proprio loro a darci il benvenuto all’ingresso: sul capitello del pilastro d’angolo del cortile sono rappresentati alcuni volti di uomini e donne che la tradizione vuole siano appunto i ritratti dei Davizzi.

Al Trecento risalgono anche molte delle decorazioni murali del palazzo, che, secondo l’usanza dell’epoca, riproducono l’effetto dei drappi che venivano sospesi alle pareti per adornarle e proteggere gli ambienti dal freddo: la “Camera della Castellana di Vergy” ha però una particolarità in più, un fregio che corre su tutte e quattro le pareti dove, all’interno di un finto loggiato, si dispiegano gli episodi di un racconto cavalleresco di origine francese, che narra la storia dell’amore appassionato ma infelice del Cavalier Guglielmo per la bella Castellana di Vergy.

Un altro oggetto unico a Palazzo Davanzati è poi la “Coperta Guicciardini”, un tessuto, anch’esso trecentesco, dove sono ricamati a trapunta con filo bianco su tessuto bianco, gli avventurosi episodi della storia di Tristano, uno dei prodi cavalieri della Tavola Rotonda.